Nel mondo moderno, in cui le persone sono sempre più connesse ed in contatto, sul lavoro e nella vita privata, praticare il silenzio diventa sempre più difficile e i benefici di questo stato che fa parte dell’uomo viene spesso sottovalutato. Le persone a contatto continuo con i rumori tendono a soffrire maggiormente di disturbi collegati al sonno e di problemi cardiaci. Dunque, vediamo insieme perché è importante praticare il silenzio come disciplina quotidiana, magari aiutandoci anche luoghi ad hoc per cominciare e affidandoci a degli specialisti del turismo come traveldesign.it.
Il silenzio come tema scientifico
Numerosi e recenti studi, hanno fatto emergere i benefici inaspettati che il silenzio porterebbe agli esseri umani. Sull’enorme risorsa che è il silenzio, la Fondazione Patrizio Paoletti ha recentemente organizzato ICONS la prima conferenza internazionale sul silenzio, che ha visto la presenza di oltre 20 scienziati ed esperti internazionali riuniti per parlare del tema nella silenziosa campagna umbra.
Il silenzio per il benessere del cervello
Il primo motivo per praticare il silenzio è che viene considerato come l’arma segreta per una buona memoria. Secondo uno studio, portato avanti da Imke Kirste della Duke University, “due ore di silenzio al giorno solleciterebbero lo sviluppo cellulare nell’ippocampo, la regione del cervello collegata alla formazione della memoria“. Questo vuol dire che se la ricerca andrà avanti, si potrà scoprire un nuovo modo per trattare i pazienti che soffrono di malattie collegate alla regressione cellulare nell’ippocampo, come la depressione o la demenza. Il silenzio aiuta a concentrarsi e rimanendo concentrati la nostra memoria guadagna punti giorno dopo giorno. Inoltre, alcune ricerche hanno ndagato gli effetti della meditazione sul corpo e mente. Il risultato? Alcuni gruppi di persone, in procinto di sottoporsi ad intervento chirurgico, hanno riportato sollievo dal dolore, riduzione del desiderio di farmaci antidolorifici e riduzione dell’ansia.
Gli effetti sulle emozioni
Il silenzio è un grande alleato dell’immaginazione: basti pensare a quando dopo un input sonoro come una canzone, che poi si interrompe improvvisamente, spesso si continui lo stesso a cantarla nella mente. L’apparente mancanza di input, dunque, sembra essere essa stessa un input. La libertà dai rumori permette alla nostra coscienza di crearsi lo spazio giusto per fare le sue cose, per tessere ciò che siamo nel mondo e aiutarci a scoprire dove collocarci.
Uno studio recente, inoltre, dimostra che l’assenza dei suoni consente alle persone sorde di percepire ed elaborare in modo più profondo le emozioni degli altri. Osservare in silenzio le persone, mettendo da parte l’opportunità di comunicare verbalmente, può aiutarci a comprendere meglio le emozioni che passano dalle espressioni dei volti, spesso influenzate dalle parole. Infine, praticare il silenzio può essere utile per non dimenticare noi stessi. “Rumori esterni e interni ci allontanano dalla conoscenza di noi stessi”, è questo quello che pensa Moshe Bar professore e Neuroscienziato di fama internazionale. “Attraverso la meditazione ed il silenzio è possibile godere delle piccole cose che ci circondano e che molto spesso si danno per scontate”. Il silenzio ha quindi anche il merito di renderci più presenti a noi stessi e a tutto quello che ci circonda.